
Cos’è lo shock loss post trapianto di capelli?
Lo shock loss, cioè la perdita dei capelli trapiantati dopo l’operazione, è una reazione fisiologica del corpo del tutto normale.
Nell’articolo di oggi, parleremo di questo fenomeno e daremo qualche piccolo consiglio su come cercare di proteggersi.
Indice dell’articolo
Cos’è lo shock loss post trapianto di capelli?
Lo shock loss post trapianto di capelli, detto anche alopecia traumatica, rappresenta una perdita improvvisa dei capelli che può verificarsi nella zona ricevente, ma anche nell’area donatrice. Questa perdita di capelli nell’area ricevente è normale, si verifica, infatti, circa nel 95% dei casi, ma solamente nel periodo compreso tra 2 e 8 settimane dopo l’operazione.
Perché avviene lo shock loss?
Generalmente, una delle cause del fenomeno, è la mancanza di ossigeno: durante l’operazione di autotrapianto di capelli FUE, i bulbi rimangono per alcune ore fuori dal cuoio capelluto, anche se, mentre il chirurgo effettua l’apertura canalare, vengono posti in una soluzione nutriente alla biotina.
Non bisogna allarmarsi: il bulbo pilifero in cui si trovano le radici dei capelli è già ancorato al cuoio capelluto ed entra, dopo lo shock loss, in stato di riposo. Quelli che cadono sono i nuovi capelli spuntati nel follicolo pilifero, ma non i bulbi. Dopo 12-16 mesi, i capelli saranno completamente ricresciuti nella loro nuova sede e sarà possibile osservare il risultato finale.
Shock loss nella zona donatrice
La caduta dei capelli post trapianto è un fenomeno normalissimo e fisiologico ed è, inoltre, un processo reversibile che dura per un tempo limitato. Inoltre è comune non solo per i trattamenti ai capelli, ma anche dopo un trapianto di barba.
Tuttavia, questo può avvenire anche per errore del chirurgo, poiché, se durante l’impianto, si calcola male la distanza tra le unità follicolari, i capelli trapiantati possono cadere e, nei casi peggiori, si rischia l’effetto “testa di bambola”.
Dato che il medico dovrebbe proteggere l’integrità di quest’area, che la caduta si verifichi nella zona donatrice è un fenomeno piuttosto raro, ma ci sono casi in cui può accadere come:
- danni causati a follicoli sani;
- stress del cuoio capelluto;
- capelli spezzati.
Come proteggersi dalla caduta dei capelli trapiantati?
Non c’è un vero e proprio modo per proteggersi dallo shock loss: che i capelli trapiantati cadano, è un fenomeno naturale, ma ci sono delle accortezze da seguire durante la convalescenza. I primi 7 giorni post trapianto sono importantissimi: il paziente deve dormire con la schiena dritta, creando un angolo di 45 gradi. Seguendo questi consigli, il rossore, il gonfiore e l’eventuale prurito delle aree trattate scompariranno e le croste cadranno da sole.
Dopo un mese dall’operazione, la vita può riprendere normalmente. Il terzo mese potrebbero formarsi piccole vesciche simili a brufoli, ma anche stavolta, non bisogna preoccuparsi: l’importante è non intervenire e rivolgersi a un medico. È possibile, inoltre, che i capelli possano presentare forme e direzioni diverse, ma non c’è assolutamente motivo di allarmarsi, questo è un evento fisiologico che si risolverà da solo.
Conclusioni
Come detto, non bisogna temere lo shock loss, poiché questa situazione è reversibile. Che i capelli trapiantati cadano è fisiologico e si verifica nella maggioranza dei casi, ma nel corso di 12 mesi, questi miglioreranno, iniziando a ispessirsi.
I capelli, infatti, devono avere il tempo di ricrescere e maturare completamente. Un tale evento dopo il trapianto di capelli fa parte del normale iter dell’operazione o di qualsiasi altro intervento sul cuoio capelluto. Oltre all’utilizzo di prodotti specifici, l’unica cosa da fare è attendere che i capelli tornino a crescere.