la crescita dei capelli trapiantati varia da paziente a paziente.

Cos’è lo shock loss post trapianto di capelli?

Lo shock loss, cioè la perdita dei capelli trapiantati dopo l’operazione, è una reazione fisiologica del corpo del tutto normale.

Nell’articolo di oggi, parleremo di questo fenomeno e daremo qualche piccolo consiglio su come cercare di proteggersi.

Indice dell’articolo


  1. Cos’è lo shock loss post trapianto di capelli?
  2. Shock loss nella zona donatrice
  3. Come proteggersi dallo shock loss?
  4. Conclusioni

Cos’è lo shock loss post trapianto di capelli?


Lo shock loss post trapianto di capelli, detto anche alopecia traumatica, rappresenta una perdita improvvisa dei capelli che può verificarsi nella zona ricevente, ma anche nell’area donatrice. Di solito, una delle sue cause è la mancanza di ossigeno. Infatti, durante l’estrazione delle unità follicolari tramite la tecnica FUE, i bulbi vengono separati per alcune ore dall’afflusso di sangue, non ricevendo, di conseguenza, più i nutrimenti necessari. 

il prelievo degli innesti durante un trapianto di capelli microfue

Non bisogna allarmarsi, però, poiché questa perdita dei capelli nell’area ricevente è normale e si verifica, infatti, nel 95% dei casi nel periodo compreso tra le 2 e le 6 settimane prima dell’operazione. Il bulbo pilifero, infatti, è già ancorato al cuoio capelluto ed entra, dopo lo shock loss, in stato di riposo.

Quelli che cadono sono i nuovi capelli spuntati nel follicolo pilifero, ma non i bulbi. Dopo 12-14 mesi, i capelli saranno completamente ricresciuti nella loro nuova sede e sarà possibile osservare il risultato finale.

Shock loss nella zona donatrice


La caduta dei capelli post trapianto è un fenomeno normalissimo e fisiologico ed è, inoltre, un processo reversibile che dura per un tempo limitato. Inoltre è comune non solo per i trattamenti ai capelli, ma anche dopo un trapianto di barba.

Tuttavia, lo shock loss si può verificare anche quando il chirurgo non è molto esperto. Infatti, se durante la procedura di impianto, si calcola male la distanza tra le unità follicolari, i capelli trapiantati possono cadere, causando, in certi casi, il cosiddetto “effetto testa di bambola”.

Dato che il medico dovrebbe proteggere l’integrità di quest’area, che la caduta si verifichi nella zona donatrice è un fenomeno piuttosto raro, ma ci sono casi in cui può accadere come:

Come proteggersi dalla caduta dei capelli trapiantati?


Anche se lo shock loss post trapianto di capelli è un fenomeno fisiologico del tutto normale, ci sono delle raccomandazioni che bisogna seguire durante la fase di convalescenza. Per i primi 7 giorni post operazione, il paziente dovrebbe dormire con la schiena dritta, creando un angolo di 45 gradi e stare attento a non sfregare gli innesti o sbattere le parti interessate dal trapianto. Seguendo questi consigli, il rossore, il gonfiore e il prurito spariranno. Inoltre, le crosticine cadranno da sole nel giro di 10-14 giorni.

Dopo un mese dall’operazione, la vita può riprendere normalmente. Il terzo mese potrebbero formarsi piccole vesciche simili a brufoli, ma anche stavolta, non bisogna preoccuparsi: l’importante è non intervenire e rivolgersi a un medico. È possibile, inoltre, che i capelli possano presentare forme e direzioni diverse, ma non c’è assolutamente motivo di allarmarsi, questo è un evento fisiologico che si risolverà da solo.

Conclusioni


Come detto, non bisogna temere lo shock loss, poiché questa situazione è reversibile. Che i capelli trapiantati cadano è fisiologico e si verifica nella maggioranza dei casi, ma nel corso di 1 o 2 mesi, questi miglioreranno, iniziando a ispessirsi.

I capelli, infatti, devono avere il tempo di ricrescere e maturare completamente. Un tale evento dopo il trapianto di capelli fa parte del normale iter dell’operazione o di qualsiasi altro intervento sul cuoio capelluto. In questo caso, bisogna solo fare attenzione durante la fase di convalescenza e seguire tutte le indicazioni fornite dal chirurgo.