
Test sui capelli per valutare la calvizie
Nonostante la calvizie sia un fenomeno che accomuna molte uomini e donne nel mondo, spesso non è facile riuscire a riconoscerla. Infatti, a questo scopo, sono nati diversi test sui capelli.
Alcuni si possono fare tranquillamente a casa, mentre altri invece devono essere eseguiti da uno specialista. Quali sono questi esami e come si svolgono? In questo articolo ve ne diamo una breve panoramica!
A cosa serve un test sui capelli?
I disagi legati alla calvizie accomunano molte persone, ma spesso è difficile riuscire a stimare la situazione.
I test sui capelli servono, appunto, per determinare l’entità del problema e, a volte, permettono anche di prevederne l’evoluzione.
Quali sono i test sui capelli?
Esistono svariati esami sui capelli che è possibile effettuare presso uno specialista o, addirittura, in casa propria.
Test casalinghi
Individuare la presenza di problemi connessi ai capelli è l’inizio di ogni terapia. Le tecniche diagnostiche a disposizione degli specialisti sono, solitamente, semplici e non invasive.
Inoltre, dato che si basano sull’osservazione empirica e non richiedono una strumentazione particolare, questi test sui capelli possono essere eseguiti anche dal paziente stesso.
- Conteggio giornaliero: il paziente, per due settimane, dovrà raccogliere tutti i capelli persi al mattino, annotando anche la frequenza dei lavaggi. Con questo esame, si può individuare quanti capelli cadono ogni giorno e valutare la situazione.
- Wash test: il paziente dovrà raccogliere i capelli persi dopo ogni lavaggio. Dei valori superiori ai 250-300 capelli caduti possono far pensare a un problema di alopecia.
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Esami non invasivi
Sono molti i test sui capelli che uno specialista dei capelli può effettuare senza dover ricorrere a tecniche invasive.
Si tratta, infatti, di procedure comuni che consentono di raccogliere dei primi dati sulla qualità dei capelli e sulla possibile presenza di patologie.
Tra queste ci sono:
- test di sfregamento per determinare la fragilità del fusto pilifero;
- pull test nel quale si afferra e tira una ciocca di capelli per osservare quanti se ne strappano;
- test del cartonfeltro per individuare i capelli più corti e sottili;
- esame della scriminatura che serve per raccogliere dati sulla resistenza dei bulbi, sull’ampiezza delle aree diradate ed eventuali sintomi di qualche tipo di calvizie.
Tecniche semi-invasive
Ci sono anche altri procedimenti che non causano molto disagio al paziente e che possono essere effettuati nello studio del dermatologo.
Tra quelli più utilizzati abbiamo:
- tricogramma che consiste nel prelevare tre ciocche di capelli da varie regioni del cuoio capelluto. I capelli vengono osservati al microscopio per contare i bulbi in fase anagen e telogen;
- fototricogramma in cui si eseguono scansioni fotografiche dei bulbi entro determinati intervalli di tempo per analizzarne lo sviluppo;
- esame che misura la ricrescita del capello in cui si rasa un piccolo riquadro di testa e viene applicata una medicazione da rimuovere dopo una settimana. Il medico potrà così stimare le caratteristiche del fusto e individuare se la ricrescita sia regolare o meno.
Conclusioni
Tante persone soffrono di calvizie, ma non è sempre facile riuscire a determinare questo problema. A questo scopo, sono nati diversi test sui capelli che permettono di farsi una prima idea sullo stato della calvizie.
Il grande vantaggio di questi test è dovuto al fatto che sono poco o per nulla invasivi. Inoltre, consentono al medico o al paziente di determinare la qualità dei capelli e di capire se ci sono problemi.
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